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Autorità per l'energia: prezzi luce e gas restano i più alti d’Europa

15-07-2011

Resta critica la situazione per il costo di energia elettrica a carico di imprese e famiglie, anche se per queste ultime il divario si sta riducendo. L’amara conferma è contenuta nella Relazione annuale dell'Autorità per l’energia. Per il presidente Bortoni è necessario puntare su un ‘sistema energetico sostenibile’ in grado di ridurre i prezzi e far ripartire l’economia


I prezzi dell’elettricità e del gas per famiglie e imprese in Italia restano più alti della media europea, anche se per le prime il divario si sta riducendo rispetto al passato, mentre per i nuclei familiari con consumi più bassi i prezzi sono inferiori alla media europea. L’amara conferma di un dato purtroppo ben noto è contenuta nella Relazione annuale dell'Autorità per l’energia elettrica ed il gas, presentata nei giorni scorsi in Parlamento. Per quanto riguarda le famiglie, quelle con consumi più bassi (il 60% del totale delle famiglie residenti) pagano l'energia elettrica ad un prezzo inferiore del 12% al lordo delle imposte, rispetto ai livelli medi europei. Per i consumi più elevati, invece, l’Italia presenta prezzi lordi dell’energia elettrica relativamente più elevati della media europea (+12,3% al lordo imposte), sebbene il divario si sia attenuato rispetto al passato, con un calo del 4%, a fronte di un incremento medio per i prezzi europei che si attesta intorno al 5%. Peggiore la situazione delle imprese italiane che, nel secondo semestre 2010, hanno pagato prezzi dell'energia elettrica, al lordo delle imposte, superiori alla media europea per tutte le classi di consumo. Con riferimento alla classe di consumo 500-2.000 MWh/anno, una delle più rappresentative per il mercato italiano, i prezzi medi italiani risultano superiori del 26% al lordo delle imposte, rispetto ai livelli medi europei. Non va meglio per i consumi di gas per il quale le famiglie italiana pagano mediamente di più rispetto alle altre famiglie europee. “Nel 2010 il prezzo italiano del gas al netto delle imposte - si legge nella relazione - per un consumatore domestico, si è collocato su livelli in linea con la media europea per tutte le classi di consumo, con scostamenti positivi o negativi inferiori o intorno al 5%.” Tuttavia, “il prezzo del gas per le utenze domestiche – prosegue il documento – si è collocato a un livello superiore rispetto al prezzo medio europeo se calcolato al lordo delle imposte, con scostamenti positivi progressivamente crescenti per le classi di consumo più alte, in conseguenza di un livello di imposizione fiscale relativamente elevato rispetto alla media dei paesi europei.” Nel 2010, anche i prezzi lordi pagati dalle imprese italiane per l’utilizzo del gas si sono collocati su livelli superiori alla media. E’ andata un po’ meglio alle aziende più energivore. Comunque, anche in questi casi ha pesato l’imposizione fiscale. Alla luce di questi dati si comprende la necessità di una svolta nel sistema energetico italiano. Nella sua presentazione alla Relazione annuale il presidente dell’Aeeg, Guido Bortoni, ha indicato la strada nel capitolo dedicato alla ‘Crescita’. Per Bortoni è necessario scommettere su‘infrastrutture’ (reti elettriche, gasdotti, rigassificatori) e su un ‘sistema energetico sostenibile’ affinché il settore energia possa assolvere pienamente al ruolo che gli compete di volano per la ripresa del paese non solo attraverso “la riduzione dei costi” ma anche “grazie agli investimenti” nei comparti legati alla green economy. (f.n.)



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