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OGGI LA CONFERENZA STATO REGIONI DECIDE SU RINNOVABILI: ULTIMO APPELLO DOPO LA BOCCIATURA UE DEL V CONTO ENERGIA
La Commissione Europea - dopo il popolo delle rinnovabili- boccia il governo italiano sui decreti sulle rinnovabili: iter autorizzativi impossibili, registri ammazzarinnovabili, periodi transitori inesistenti. Oggi la Conferenza Stato Regioni può accogliere queste osservazioni così puntuali, che rispecchiano quelle delle associazioni di categoria come quelle del movimento pubblico che si è creato in questi due anni attorno alla difesa delle rinnovabili.
Secondo l'Europa i decreti voluti dal Governo, in primo luogo dal ministro dello Sviluppo Economico Passera, renderanno "molto difficile, se non impossibile, per i produttori indipendenti accedere al finanziamento dei propri progetti". Lo scrive il commissario all'Energia, Gunter Oettinger in una lettere indirizzata appunto al ministro dello Sviluppo Economico. "Insieme alla riduzione degli incentivi finanziari - si legge ancora - le procedure amministrative che si applicano agli incentivi devono essere semplificate. L'introduzione del meccanismo dei 'registri' per i nuovi progetti di energia rinnovabile potrebbero aumentare l'onere burocratico per gli operatori di mercato e diminuire la sicurezza degli investitori sul fatto che i progetti si qualifichino per il sostegno finanziario". Una preoccupazione, nota Bruxelles, aumentata dall'attuale "clima finanziario difficile".
I servizi della Commissione sottolineano inoltre che "l'obbligo di registrare i progetti con una capacità superiore ai 12 kW per il fotovoltaico e ai 50 kW per altri progetti di tecnologie di produzione di elettricità rinnovabile potrebbe funzionare come un deterrente capace di paralizzare proprio il segmento di mercato di piccola scala che la riforma mira a rendere prioritario". La Commissione chiede anche una "differenziazione" nella riduzione delle tariffe elettriche a seconda della "maturità" delle diverse tecnologie. Il richiamo di Bruxelles sollecita poi "periodi di transizione più lunghi di quelli attualmente previsti" per poter "accompagnare l'adattamento del mercato ai nuovi sistemi d'incentivi e proteggere gli investimenti esistenti", considerando anche che "le procedure d'attuazione delle procedure dei nuovi meccanismi d'asta non sono ancora stati definiti". Non sono ancora stati adottati, infine, lamenta Bruxelles, "i sistemi di sostegno per le fontirinnovabilinel settore del riscaldamento e raffreddamento". Oltre alla "necessità di un'adozione tempestiva" di queste misure, Bruxelles chiede "chiarezza sulla continuazione" del sistema di sostegno ai progetti di efficienza energetica e "la definizione degli obiettivi per il 2020 del sistema di 'certificati bianchi'".
Una valanga di critiche: SOS Rinnovabili, che ha avanzato nelle settimane scorse le stesse preoccupazioni, chiede al Governo il ritiro dei decreti. Non vediamo perchè - quando si tratta di giustificare con l'Europa i tagli alla spesa pubblica, l'esecutivo sostenga di non avere margini di manovra, mentre invece quando la Commissione richiama il nostro paese al rispetto delle norme e del buon senso, questo appello possa essere ignorato.
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